Gli indici Irex, FTSE Oil&Gas chiudono in positivo il 2017, complice anche alcune ‘rotture’ tecniche o indotte da eventi non preventivabili
Rincari esponenziali per il settore energetico lo scorso mese di Dicembre. Complice la contingenza di alcuni imprevedibili fattori, come l’esplosione nella prima metà del mese del Trans Austria Gasleitung (TAG) che ha interrotto i rifornimenti di gas in diversi Paesi europei. Danno che ha messo in ginocchio anche il sistema italiano cui si è aggiunta anche la scoperta di una falla in uno dei principali oleodotti del Regno Unito che ha costretto a sospendere l’attività produttiva di oltre 80 piattaforme nel Mare del Nord. Non ultimo, a fine dicembre, l’esplosione di un oleodotto in Libia, sotto attacco terroristico, che ha ridotto la produzione di circa centomila barili. La ripercussione su Brent e WTI si è fatta sentire: i due indici hanno raggiunto l’‘apogeo’ dal 2015, chiudendo rispettivamente a 66,62 $/barile (+6% rispetto al dato di chiusura di novembre) e a 60,27 $/barile (+5%). Di contro, i principali listini europei hanno registrato una leggera contrazione: -0,8% il DAX, -1,1% il CAC e -1,6% l’IBEX.
L’indice FTSE Oil&Gas ha chiuso anch’esso il mese di dicembre in positivo, con un +1%, potenziato in parte dalla diffusione dei dati statunitensi relativi alle scorte del greggio, scese di circa 5,1 milioni di barili. Dall’altro c’è stata anche la Fed che ha deciso di alzare, per la terza volta nel 2017, il tasso interbancario negli Stati Uniti, portandolo all’1,5%. Il FTSE All Share segna un -1%, nonostante il CsC abbia rivisto al rialzo la previsione del Pil italiano, portandola al +1,5% nel 2018 e al +1,2% nel 2019.
+15% invece per l’IREX Index delle small mid-cap pure renewable che ha avvertito il positivo contraccolpo della conclusa fusione di ErgyCapital incorporata in Intek Group: evento che nella seconda metà del mese ha comportato il delisting del titolo, dunque uscito dall’Indice. Poi hanno contribuito le performance di Falck Renewables che hanno toccato +54%, tasso associato con molta probabilità anche alla ‘messa in chiaro’ del nuovo piano industriale 2017-2021. Tra le priorità strategiche individuate dall’azienda rientra l’incremento della capacità installata a 1.375 MW, rispetto ai 1.303 MW previsti dal piano presentato nel 2016. Fa eccezione Ternienergia che invece ha registrato -11%, dovuto a una fase di transizione e riposizionamento strategico.
Non ultimo, è in ripresa la crescita delle aziende IREX sul piano internazionale e tecnologico, con K.R. Energy (registrando +33%) che, attraverso la controllata Fib S.r.l., ha costituito in Argentina la Jujuy Litio SA con l’obiettivo di sfruttare uno dei principali giacimenti mondiali di litio per la produzione di celle e batterie destinate al mercato sudamericano.