La cogenerazione è destinata a rimanere una delle tecnologie chiave per la sostenibilità, in particolare nei settori che richiedono ingente quantità di energia elettrica e termica. Per spingere l’efficienza al massimo, comunque, è importante analizzare il processo produttivo e la sua integrazione con il cogeneratore. E’ quanto è accaduto nella partnership fra E.ON, fra i principali operatori del settore energetico, e Finchimica, dove un intervento sulle utenze definito in fase di progetto ha permesso un raddoppio di energia termica (acqua calda) recuperata.
Finchimica è una società indipendente, a capitale interamente italiano che opera dal 1976 in tutti i mercati del mondo nella ricerca, nello sviluppo, nella produzione, nella registrazione e nella vendita di principi attivi e intermedi chimici e agrofarmaci per la protezione delle colture agricole. L’Azienda è impegnata oggi in un importante progetto di innovazione volto ad integrare prodotti e soluzioni a minor impatto ambientale, per rispondere alle istanze di una difesa agricola sempre più sostenibile. La sede principale dell’Azienda è a Manerbio, in provincia di Brescia, dove è situato lo stabilimento produttivo. Il principale know-how tecnologico dell’impianto è costituito da fluorurazioni, nitrazioni e amminazioni. Un’interessante nicchia di produzione riguarda le circa 30.000 tonnellate/anno di co-prodotti, in particolare soluzioni acquose di acido cloridrico, acido fluoridrico e acido solforico.
E.ON, Gruppo energetico internazionale a capitale privato, si posiziona in Italia tra gli operatori leader nel mercato dell’energia, del gas e delle soluzioni innovative per l’efficienza energetica. Per il settore industriale ha una gamma completa di soluzioni per garantire alle aziende risultati ottimali in termini di sostenibilità e riduzione dei costi.
La partnership fra le aziende è iniziata nel luglio 2020, quando Finchimica ha siglato con E.ON un accordo decennale (PPA – Power Purchase Agreement) per la fornitura dell’energia elettrica e termica generati da un impianto di cogenerazione da 1,2 MWe progettato, installato e gestito dalla stessa E.ON in base alle esigenze energetiche dello stabilimento. Si tratta del Servizio Energia, in base al quale l’operatore energetico, proprietario dell’impianto, si occupa di tutto, dall’ingegnerizzazione dell’impianto alla fase realizzativa, incluse le procedure di autorizzazione, fino alla gestione dell’impianto per tutta la durata del periodo contrattuale. L’energia elettrica e termica prodotta dal cogeneratore viene fornita al cliente a tariffe indicizzate ai prezzi di mercato. E’ una centrale E.ON collocata presso gli stabilimenti produttivi del cliente il quale, non dovendosi occupare direttamente del sistema di cogenerazione né da un punto di vista economico né da un punto di vista gestionale, può concentrare le proprie risorse tecnico – economiche sul proprio core business.
La forte interfaccia di ingegneria tra Finchimica ed E.ON ha permesso di trovare ulteriori margini di efficientamento, spingendo i benefici della cogenerazione al di là della produzione combinata di energia elettrica e calore. L’efficientamento delle utenze di processo, convertite da alimentazione a vapore ad alimentazione ad acqua calda per sfruttare quella in uscita dal cogeneratore, ha permesso infatti una riduzione ulteriore dei consumi di gas di circa 150.000 metricubi/anno e un recupero di energia termica di 1.500 MWht/anno, per un recupero totale di acqua calda pari a c.a. 2.700 MWht/anno. Per garantire la continuità di esercizio è stato comunque previsto uno scambiatore di calore di emergenza che interviene quando il cogeneratore non è attivo.
Interessante anche l’aspetto logistico: l’impianto è stato infatti sviluppato con un layout in verticale ottimizzando l’utilizzo del poco spazio a disposizione e riducendo l’impronta a terra del 40% circa. Nonostante l’apertura del cantiere in periodo di limitazioni operative legato all’emergenza Covid-19, l’impianto di cogenerazione è stato messo in esercizio in soli nove mesi.
Da un punto di vista tecnico l’impianto è basato su un motore di cogenerazione ad alto rendimento da 1,2 MWe che produrrà circa 8.225 MWhe/anno, coprendo l’89,7% delle esigenze elettriche dello stabilimento. Da un punto di vista termico la produzione complessiva prevista è di 7.600 MWht/anno che copre il 31,6 % delle esigenze di calore.
Il progetto nel suo insieme permette di ridurre le emissioni CO2 di 1.574 tonnellate all’anno, pari a quanto assorbito da 554,8 ettari di foresta.
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