I dati forniti da Nielsen attestano un apprezzamento crescente nel paniere degli italiani, specie per 9 prodotti di categoria su 20
È bio-boom fra gli italiani. Ovvero cresce nel paniere della spesa la scelta di cibi ‘naturali’, aumentati nei primi dieci mesi del 2017, secondo i dati forniti da Nielsen, tanto da rappresentare oggi il 3,4% delle vendite totali dell’alimentare con preferenza di almeno 9 categorie su 20. In buona sostanza, l’aumento delle vendite di prodotti biologici ha contributo di 0,5 punti al trend dell’alimentare (+4,2%).
La domanda del bio-food è elevatissima: lo richiedono all’incirca 20,5 milioni le famiglie che hanno acquistato almeno un prodotto biologico all’anno (un milione in più rispetto all’anno precedente), di cui poco più del 25% (5,2 milioni) almeno una volta a settimana, realizzando il 76,2% degli acquisti.
L’identikit del consumatore ‘bio’ medio: proviene dal Nord Italia, da un nucleo famigliare di 3/4 persone ed ha una età tra i 35-54 anni, un reddito vicino o superiore alla media a dispetto del Sud Italia, dove invece l’italiano bio ha oltre i 65 anni e un reddito sotto la media. In generale gli italiani ne criticano i prezzi, troppo alti e più elevati dei prodotti tradizionali, con eccezione per i prodotti legati alla salute e alle intolleranze, come gallette di riso, cibi o bevande di soia e prodotti senza glutine, comunque con un prezzo base già superiore al ‘normale’, e la frutta in composta fatta naturalmente con prodotti biologici.
Tuttavia in 9 delle 20 categorie preferite dagli italiani, il prezzo medio del biologico si è abbassato rispetto allo scorso anno, spesso in controtendenza rispetto al prezzo medio della categoria, che è invece in crescita, come nel caso di olio extravergine, yogurt ai gusti e farina di grano. Fatto è che i prodotti bio venduti nei supermercati hanno avuto un boom di +21,9% mentre negli Ipermercati hanno raggiunto picchi anche del +29,3%. Inoltre le vendite sono influenzate sia dalla Marca del Distributore e dalla promozioni, con un aumento dell’intensità dal 21% a oltre il 22% contro il 31% dell’alimentare dove tuttavia l’incidenza è in calo di -0,7 punti.
Francesca Morelli