Progettati da una start-up trentina misurano la salubrità degli ambienti indoor in termine di pollution e onde elettromagnetiche
Il monitoraggio della qualità ambientale si fa in ‘community’. È l’idea lanciata da UpSens, una startup innovativa di Progetto Manifattura, l’incubatore clean tech di Trentino Sviluppo, che ha ideato dei sensori portatili per conoscere e verificare le condizioni ambientali e la salubrità degli edifici dove si vive: la casa, la scuola, l’ufficio, l’esercizio commerciale, l’hotel o qualsiasi altro ambiente indoor. Monitorando sia lo stato dell’aria sia (e/o) la presenza di campi elettromagnetici, grazie a due sensori intelligenti AIR e WAVE. I quali attualmente possono essere acquistati in ‘crowfunding’, aderendo cioè a una campagna di raccolta fondi (e di sensibilizzazione) partita in queste ore in rete, in ‘community’ appunto. I primi ‘sensoristi’ li riceveranno entro la fine anno. I device sono stati pensati per comuni cittadini che vivono secondo uno stile di vita sano e che cercano anche il wellness dell’abitare, smascherando i potenziali impatti negativi, poco conosciuti e misurati fino ad oggi, dell’inquinamento indoor. «WAVE e AIR – spiega Ketty Paller, CEO di UpSens – hanno la funzione di monitorare i parametri ambientali e rilevare i campi elettromagnetici dannosi o emissioni di gas nocivi come COV, cioè i composti organici volatili, o CO, cioè il monossido di carbonio, che possono causare malattie respiratorie, degenerative, oltre che aumentare l’incidenza di certi tipi di cancro». Le più recenti ricerche dell’Agenzia Europea per l’Ambiente attestano, infatti, che anche gli ambienti liberi dal fumo di sigaretta presentano spesso alte concentrazioni di elementi inquinanti, polveri sottili e contaminanti elettromagnetici, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che oltre 117 mila morti annue possono essere attribuite anche agli effetti dell’inquinamento domestico (indoor pollution).
I sensori UpSens offrono diversi vantaggi: oltre ad essere portali, consentono la visualizzazione dei dati sul dispositivo e su mobile o online, grazie ad una comoda interfaccia, i quali possono essere conservati, condivisi o messi a disposizione della community. In caso di società o esercizio commerciale questi sensori sono utili e efficaci per mostrare ai clienti la salubrità dell’aria del proprio negozio, wellness center, sala massaggi, centro terapia, sala medica e altro ancora. Invece in caso di un centro abitativo possono diventare uno strumento di sensibilizzazione a livello di zona e di quartiere o anche comunale per migliorare la conoscenza sul tema dell’inquinamento indoor, fornendo consigli e soluzioni ad hoc – come mettere piante quali l’edera e la palma di bambù contro la formaldeide, imparare a gestire al meglio apparecchi elettronici per ridurre onde elettromagnetiche, usare oggetti in grado di assorbire il particolato o la CO2 – sfruttando i propri canali di comunicazione. Ovvero gli UpSense, dicono i realizzatori, potrebbero diventare uno strumento educazionale di ‘citizen science’, la raccolta di sapere scientifico realizzata in maniera moderna, digitale, diffusa e capillarizzata. Ideati, sviluppati e prodotti interamente dal team di UpSens e curati nel design da Simone Simonelli, i sensori WASE utilizzano una tecnologia unica al mondo: ovvero per limitare le onde elettromagnetiche WAVE non fanno ricorso al modulo Wi-Fi, ma al modulo trasmissione dati wireless meno invasivo, Bluetooth LE (Low Energy).