L’obiettivo dell’azienda è portare la percentuale delle produzioni riciclabili e sostenibili dal 40% al 70% entro il 2025, puntando ad una crescita importante del fatturato nei prossimi 3/5 anni
Abbiamo incontrato SDR a interpack, una delle fiere più importanti di quest’anno: cosa avete presentato?
Fin dal primo giorno la fiera ha avuto un andamento frizzante di cui siamo contenti. Abbiamo presentato i nostri prodotti che costituiscono un’alternativa alla plastica tradizionale. La nostra R&D sta lavorando su nuove plastiche riciclabili che, a differenza di quanto accade di solito, abbinano polimeri dello stesso tipo e riportano sul packaging l’etichetta di smaltimento.
Siamo anche produttori di film flessibili in carta e di film compostabili e stiamo facendo la stessa cosa anche in questo ambito. Però, dal momento che la plastica è il materiale più utilizzato, uno dei progetti più importanti che stiamo portando avanti è quello che riguarda il passaggio dai film in polimeri diversi a film in monomateriali riciclati che in fiera sono stati al centro di diverse trattative con clienti acquisiti e potenziali anche esteri. Un nostro punto di forza è che il nostro ufficio di R&D ci permette di supportare il cliente nello sviluppo del progetto fino ad arrivare a proporgli una soluzione che è al contempo la più innovativa e anche la più concreta e sostenibile sul fronte del rapporto costi/benefici.
Qual è il messaggio che volete veicolare?
L’obiettivo principale era far conoscere l’azienda anche all’estero dove in futuro vorremmo essere sempre più presenti. Essendo la nostra prima partecipazione a interpack, abbiamo presentato una panoramica di tutte le nostre soluzioni più innovative, quindi: film di plastica, carta e compostabile. Che sono sostenibili, ma anche commerciabili grazie a un corretto rapporto costi benefici. Sul nostro stand abbiamo mostrato dei video con le testimonianza di nostri clienti, che erano funzionali al messaggio che volevamo veicolare a interpack: SDR Pack ha i numeri per supportare i suoi clienti nel loro percorso di cambiamento. Nel prossimo triennio puntiamo ad aumentare notevolmente il fatturato accreditandoci come un fornitore e un’azienda di produzione di packaging che può essere un riferimento anche per chi oltre al prodotto ha bisogno anche di un servizio. Nella nostra accezione, servizio significa garantire le consegne entro i tempi prestabiliti, ma soprattutto e ancor prima essere capaci di offrire una consulenza nella gestione di un cambiamento che supera aspetti come al qualità o la resa perché riguarda il materiale e di conseguenza il packaging stesso.
La ricerca del sostenibile e del riciclo è da considerare ormai sistemica?
Siamo ormai passati da una situazione di esplorazione di un nuovo potenziale mercato e di una tendenza, all’avere i nostri magazzini che si stanno caricando di materiale riciclabile e sostenibile. Con questo intendo dire che oggi lavoriamo e commercializziamo questi materiali, il mercato è concreto e dinamico. L’obiettivo che ci siamo dati come azienda è quello di garantire livelli sempre più elevati in quantità e qualità di questi nuovi materiali.
Ne deduco che secondo voi in questo mercato è in atto una sorta di rivoluzione copernicana…
Il nostro punto di vista, e su questo stiamo lavorando, è che oggi occorre impegnarsi per portare il packaging a diventare una risorsa. Un mondo senza packaging è impensabile. Nel Food, ad esempio, è il packaging a consentire di vendere e trasportare il cibo assicurandone le durata, rendendolo accessibile a tutti e limitando gli sprechi dovuti a una cattiva conservazione.
Oggi nel mondo del packaging si sta ragionando sulla possibilità di utilizzare materiali che lo trasformino in una risorsa perché possono essere riutilizzati. Questo è quello che accade con i materiali che possono essere riutilizzati più volte con un corretto processo di riciclo.
Una volta finito il lockdown molti si aspettavano che la spinta all’innovazione sostenibile si ridimensionasse e si tornasse alla normalità . Cosa invece sta accadendo?
Prima della pandemia l’approccio all’innovazione nella direzione della sostenibilità era sperimentale e poco realistico. Oggi prevale la concretezza e infatti i progetti nei quali veniamo coinvolti vengono portati a termine. Nei nostri clienti riscontriamo un livello di competenza molto più elevato che, ad esempio, ha portato all’introduzione della figura del Responsabile del Packaging che fino a due o tre anni fa nel Food era inesistente. Contribuiamo a questa trasformazione attenendoci a un approccio consulenziale che ci sta premiando. Penso che questa fase sia destinata a continuare almeno per i prossimi 18-24 mesi. In questo lasso di tempo i materiali che oggi i leader di mercato presentano come innovativi diventeranno lo standard. E questo anche grazie al fatto che, anche a livello normativo, l’uso dei materiali tradizionali verrà disincentivato ricorrendo a una più elevata tassazione.
Quali sono le tendenze di mercato attualmente in atto?
In Italia si assiste a un calo abbastanza importante dei consumi e questo porta chi oggi opera esclusivamente sul mercato nazionale a concentrarsi sui prodotti con un prezzo euro/chilo più basso possibile. Molte aziende nostre clienti stanno quindi puntando sui mercati esteri; noi le stiamo supportando nel proporre un packaging innovativo.
Anche voi volete aprirvi all’estero. Quanto incide oggi l’Italia per voi?
In questo momento, oltre il 95% del nostro giro di affari si sviluppa in Italia. La situazione è destinata a cambiare rapidamente visto che il nostro Piano Industriale punta al raddoppio del nostro fatturato nei prossimi 5 anni. Per raggiungerlo punteremo a crescere in Italia, ma soprattutto all’estero. Abbiamo la capacità produttiva e le persone per farlo. Senza contare che, grazie al fatto che supportiamo i nostri clienti che operano all’estero, abbiamo anche una buona conoscenza delle diverse legislazioni.