Il 2024 segna una battuta d’arresto per l’industria italiana costruttrice di beni strumentali. Secondo i dati diffusi dal Gruppo Statistiche Federmacchine, il fatturato del settore si fermerà a 52,2 miliardi di euro, in calo del 7,8% rispetto all’anno precedente. Questo risultato riflette le difficoltà riscontrate sia sul mercato interno che estero, con un export previsto a 36,2 miliardi di euro (-3,9%).
Il consumo interno di macchinari segna una flessione ancora più marcata, scendendo a 25,2 miliardi di euro (-17,4%), con un impatto diretto sulle consegne nazionali, calate a 16 miliardi di euro (-15,5%). Tra i mercati esteri, mentre gli Stati Uniti registrano una crescita del 3,8% (2,46 miliardi di euro), i principali partner europei come Germania (-4,1%) e Francia (-1,3%) e un attore chiave come la Cina (-4,7%) mostrano segnali di rallentamento.
Le prospettive per il 2025
L’anno prossimo potrebbe rappresentare una timida inversione di tendenza, con una crescita stimata del fatturato del 2%, a 53,3 miliardi di euro. L’export è previsto stabile a 36,4 miliardi (+0,7%), mentre le consegne interne dovrebbero raggiungere i 16,8 miliardi (+5%), sostenute da una ripresa del consumo domestico che toccherà i 26,3 miliardi (+4,3%).
Bruno Bettelli, presidente di Federmacchine, ha sottolineato come il comparto stia affrontando un contesto complesso, caratterizzato da instabilità geopolitica e debolezza della domanda interna. “I mercati esteri, da sempre motore della nostra industria, stanno mostrando criticità, dalla crisi dell’auto in Germania alla riduzione degli scambi con la Cina. Sul fronte domestico, il mercato resta asfittico e necessita di un rilancio concreto,” ha dichiarato Bettelli.
L’auspicio è che il perfezionamento del programma Transizione 5.0, previsto come emendamento alla Legge di Bilancio, possa fornire un impulso agli investimenti in innovazione e macchinari, rinnovando la competitività del settore manifatturiero italiano.
Federmacchine presenterà a inizio 2025 la seconda edizione dello studio Ingenium, realizzato in collaborazione con Confindustria, per analizzare le potenzialità di sviluppo sui mercati internazionali.
Il 2024 si chiude con un bilancio negativo per l’industria dei beni strumentali, ma il 2025 porta con sé segnali di ripresa. La sfida principale per il settore sarà consolidare questi timidi progressi in un contesto globale ancora instabile, puntando su innovazione, internazionalizzazione e politiche di sostegno alla domanda interna.