Intervista a Pierluigi Sacchi, General Manager di Rotomachinery Group.
Rotomachinery Group rappresenta nel settore del Rotational Moulding un’azienda leader, attiva a livello internazionale. Con due centri produttivi in Europa e Nordamerica il gruppo soddisfa tutto il processo di creazione, dalla progettazione alla vendita, di impianti per stampaggio rotazionale, proponendo macchine e soluzioni sempre innovative. L’azienda ha una storia di più di 50 anni, come ci ha raccontato il fondatore e General Manager Pierluigi Sacchi.
Il Plast è alle porte: quali novità presenterete?
Ormai come da parecchi anni saremo presenti a Plast senza esporre macchine, ma mettendo il focus su grafiche e campioni. Questa scelta è dettata dal semplice motivo che la fiera è vicino alla nostra sede aziendale di Cerano (NO), quindi abbiamo il piacere di accompagnare in azienda le persone interessate a vedere le macchine in funzione.
Quest’anno presenteremo un sensore che misura la temperatura dello stampo e, attraverso un algoritmo, gestisce il ciclo della macchina, facendola così funzionare in automatico, senza lasciarla solo all’esperienza del tecnico. Il tutto comporta un risparmio di tempo, scarti e anche energie. Tra l’altro l’idea è venuta ai nostri colleghi canadesi ed è stata da noi ripresa con un investimento in ricerca, sviluppo e un lavoro in partnership con le università.
Tra le soluzioni su cui puntiamo ce ne sono alcune già sul mercato, come il sistema di rigenerazione della corrente, il quale recupera la corrente di ritorno, facendo sì che il ventilatore si fermi prima dell’apertura delle porte; in tal modo una volta aperte non esce aria calda e quindi la temperatura non scende più di tanto. Con una macchina tradizionale la temperatura scende di 80/90 gradi, mentre con tale innovazione si parla di 30 gradi.
Infine, abbiamo anche nuovi progetti come la macchina ibrida, ovvero sia a gas sia elettrica; è stata richiesta in un momento economico caratterizzato dagli aumenti del costo del gas dettati dalla situazione geopolitica. Anche in questo caso abbiamo investito in ricerca e sviluppo per rispondere a sfide non banali e stiamo ultimando i lavori.
Qual è secondo la vostra percezione lo stato dell’arte del mercato gomma/plastica?
La situazione dei fornitori e delle materie prime non è ancora ottimale, ci sono ancora ritardi per le consegne ma sembra che i clienti siano consapevoli della situazione e del fatto che non dipendano da noi, è un trend generalizzato.
C’è inoltre difficoltà a reperire manodopera nel nostro settore come carpentieri e meccanici e in Italia non siamo i soli, nella regione del Nordamerica la situazione è addirittura peggiore: lì si è arrivati a fare domanda all’ente ministeriale per chiedere di importare manodopera dall’estero.
L’ultima edizione della fiera Plast risale al 2018, pre Covid: vi è mancato il mondo delle fiere? È ancora uno strumento centrale per la vendita dei vostri prodotti?
Riflettendo su quanto osservato al K2022 a Düsseldorf, devo dire che il mondo è cambiato. Sembra ci siano sempre meno visitatori, in particolare rimangono gli europei ma si registrano molti meno extra europei
Al Plast quindi ci aspettiamo una fiera domestica. È da dire però che le fiere, nonostante le difficoltà, rimangono uno strumento molto utile per fare network con vari potenziali clienti e i risultati possono arrivare anche a distanza di diversi anni. Per esempio, abbiamo da poco acquisito un cliente dal Golfo Persico che ci aveva incontrato in fiera ben dieci anni fa.
Oltre a Plast, quali soni i prossimi appuntament?
Dal 10 al 12 settembre si terrà a Poznan, in Polonia, la mostra-convegno ARMO 2023, dedicata allo stampaggio rotazionale sostenibile: è un appuntamento europeo che si tiene ogni tre anni ed è apposita per il nostro settore. L’Affiliation of Rotational Moulding Organizations (ARMO) raggruppa 12 associazioni che rappresentano l’industria dello stampaggio rotazionale in diverse regioni del mondo, tra cui l’italiana IT-RO.
Quanto conta per voi il mercato all’estero rispetto a quello italiano?
Siamo un’azienda internazionale, dato che per l’80/90% lavoriamo con l’estero, la maggioranza delle nostre commesse rimangono in Europa, le restanti tra il Nordamerica e l’Australia.
Proprio in Nordamerica avete una filiale: come siete strutturati?
La nostra filiale è in Canada e conta ormai ben 40 persone, stiamo tra l’altro ampliando quasi 2000 metri quadri di struttura. La filiale copre la regione del Nordamerica e il mercato dell’Australia, dove invece non abbiamo una vera e propria filiale, ma un esperto rivenditore in grado di fornire anche assistenza
Infine, qual è la chiave del vostro successo?
Semplice: dedicarsi al 100% all’azienda, perché come in una vincente educazione di pargoli, è necessario un impegno costante h24.