PHT Petrelli Heating Technologies è un’azienda che ha iniziato un nuovo percorso lo scorso anno, forte di più di 50 anni di esperienza nella produzione di tutto ciò che si riferisce ai sistemi di riscaldamento nell’industria delle materie plastiche. L’azienda punta in particolare sulla tecnologia dell’infrarosso, come ci spiega il COO Christopher Wapf.
Come è strutturata la “nuova” PHT?
Nasce come evoluzione della Petrelli snc, un’azienda fondata nel 1959 da Antonio Petrelli e condotta successivamente dal figlio Patrizio, che oggi è, insieme a me, socio comproprietario. Lui gestisce la parte tecnica mentre io mi occupo di quella commerciale. Ci conosciamo da più di 20 anni, e forti della mia esperienza di direttore tecnico commerciale a livello mondiale nel settore e delle sue comprovate competenze tecniche e abilità di innovatore nel campo, abbiamo deciso di avviare questo progetto di collaborazione e di creare la Petrelli Heating Technologies. La nostra nuova sede, dal 2016, è ad Azzate (Va).
Il nuovo stabilimento è una ripartenza, come una nuova casa?
Lo stabilimento è stato scelto per la sua posizione strategica e per la sua struttura che ci permette di suddividere il lavoro al meglio ed essere rapidi nel dare risposte adeguate alle esigenze dei nostri clienti. Tutto viene realizzato internamente. Gestiamo, infatti, l’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla progettazione alla produzione industriale, in totale autonomia.
Qual è la forza della tecnologia dell’infrarosso?
Certamente il risparmio energetico, un tema particolarmente sentito dalle imprese negli ultimi anni.
Molti, però, sottovalutano il potenziale di questa soluzione e, a volte, è difficile far passare il cliente dalla tradizionale tecnologia con la ceramica a quella con l’infrarosso. La verità, per come la penso io, è che la tecnologia ceramica è ormai “una commodity” nel settore; la tecnologia a infrarossi, invece, apporta un reale valore aggiunto al processo. Mi spiego meglio: le resistenze in ceramica, che riscaldano per conduzione, riescono a raggiungere potenze specifiche elevate, ma in diversi casi non sufficienti a quanto richiesto da determinate lavorazioni. In questi casi la soluzione ottimale è proprio l’infrarosso, che riscaldando per irraggiamento, permette di raggiungere temperature decisamente più elevate in un intervallo di tempo inferiore, consentendo un risparmio energetico nell’ordine del 30-40%.
Quali sono i vostri prossimi appuntamenti?
All’inizio di ottobre saremo ad Equiplast 2017. Dal prossimo anno, poi, abbiamo in programma di partecipare a Plast 2018, a Fakuma 2018 e certamente a K2019. A questi appuntamenti ci presenteremo al mercato nazionale ed estero con un’immagine aziendale rinnovata che crediamo avrà un riscontro più che positivo. Le fiere per noi sono un vero e proprio “campo di prova” per tutto il lavoro che abbiamo fatto e che facciamo ogni giorno, oltre che un’importante occasione per trovare nuovi clienti e opportunità. In passato la Petrelli si era affacciata solo parzialmente al mercato estero, oggi, invece, con la PHT vogliamo assumere una prospettiva sicuramente più internazionale.
In quali mercati operate?
L’Europa è il primo obiettivo, è sempre stata la culla di gran parte del know-how tecnico. Il nostro mercato principale è l’Italia, seguito dalla Spagna e dall’Austria. Poco alla volta vorremmo poi affermarci in altri paesi come la Germania, l’Olanda e il Lussemburgo, dove già abbiamo delle trattative in corso.
Siamo rinati e abbiamo voglia di crescere, ma il nostro impegno è certamente rivolto anche a mantenere i clienti attuali e a consolidare la nostra presenza sul mercato domestico.
Qual è la vostra tecnologia di punta?
Sicuramente l’infrarosso, le cui applicazioni sono davvero molte.
Un esempio, il più recente, è quello di Cleantech, un forno di pulizia con atmosfera inerte, per il quale abbiamo ottenuto il brevetto a livello mondiale. Qui vengono combinate tecnologie di pulizia altamente innovative alla potenza dell’infrarosso, con un guadagno in termini di tempo ed energia senza precedenti. Volendo fare un esempio pratico, Cleantech, lavorando ad una potenza di 7 kw, permette di pulire uno stampo definitivamente, senza l’utilizzo di manodopera aggiuntiva, in un tempo medio di 2 ore. Tutto questo avviene in totale sicurezza e nel rispetto dell’ambiente perché il forno non rilascia particelle e gas nocivi, al punto da non richiedere l’installazione di una cappa d’aspirazione.
Per sfruttare al meglio questa incredibile innovazione, abbiamo fondato Plast-Tool, una nuova azienda specializzata nella pulizia di teste d’estrusione, valvole di deviazione, ugelli d’iniezione, filtri laser, ecc., con sede in Spagna, vicino a Barcellona e da pochi giorni il servizio di pulizia è disponibile e attivo anche in Italia, presso la sede della PHT.