Giachetti (presidente Aidda): “Siamo di nuovo alle prese con un’Europa che non tiene conto nelle scelte della possibilità di innescare processi di deindustrializzazione. Si va a danneggiare un comparto che sul riciclo degli imballaggi ha numeri in crescita di anno in anno”
“Il regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi, andrà fortemente a penalizzare il nostro Paese che ha fatto del riciclo un modello. Siamo di nuovo alle prese con un’Europa che non pone attenzione a scelte che comporteranno un ulteriore processo di deindustrializzazione”.
A dirlo è Antonella Giachetti, presidente nazionale di Aidda, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda, in relazione al regolamento Ue sugli imballaggi approvato dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo con il voto diviso delle forze politiche italiane. A fine mese approderà nella riunione plenaria del Parlamento europeo.
“Privilegiare il riutilizzo, a discapito del riciclo, crea difficoltà ad un Paese come l’Italia dove le percentuali di riciclo sono molto alte e dove anche i comuni sono coinvolti nella raccolta differenziata – sottolinea la presidente di Aidda Giachetti-. E’ stato, inoltre, deciso di procedere con un regolamento e non con una direttiva impendendo di fatto di apportare modifiche al regolamento che è, infatti, immediatamente applicabile e non tiene conto delle specificità dei singoli Stati. L’industria italiana della plastica ha compiuto grandissimi investimenti con numeri molto alti nel riciclo. Con questa normativa, praticamente, vengono cancellati i grandi progressi fatti dal nostro Paese in materia di riciclo per il quale siamo capofila in Europa. Il divieto di imballaggi su comparti quali quello dell’ortofrutta, ad esempio, rischia di aumentare lo spreco alimentare e di ripercuotersi sugli aspetti igienici oltre che comportare un maggior consumo idrico. Basti pensare al classico esempio dell’insalata che in Italia si vende in busta già lavata”.
“Questo regolamento europeo penalizza anche i produttori di bevande che utilizzano bottiglie in vetro con il conseguente aumento di Co2 dovuto alla movimentazione del reso su gomme e aumenti di costi di magazzino per il deposito del reso” fa notare Giachetti.
“Sarebbe appropriato fissare degli obiettivi di risparmio energetico e lasciare che il Paese membro, in considerazione delle caratteristiche della propria industria e degli sforzi fin qui fatti, decida quale strada seguire per centrare l’obiettivo – dichiara Giachetti -. Purtroppo l’Europa sembra ancora non muoversi preservando le specificità dei singoli Paesi, rispettando le caratteristiche delle filiere produttive territoriali (anche se garantiscono gli stessi obiettivi di transizione ecologica) e va a danneggiare un comparto che sul riciclo degli imballaggi in Italia ha numeri in crescita del 10% di anno in anno. Il sistema italiano per la prevenzione e il riciclo degli imballaggi si fonda sulla responsabilità estesa dei produttori. Già nel 2021 potevamo vantare tassi di riciclo di rifiuti di imballaggio di oltre il 73%. Non è questo il modo per costruire una politica di sviluppo economico in grado di rendere l’Europa in grado di affrontare le sfide planetarie a cui oggi siamo davanti”.