Un’analisi della produzione e della domanda del mercato europeo della plastica, a cura di PlasticsEurope. Tutti i dati sono contenuti nell’edizione 2015 di “Plastics the facts”, con dati riferiti all’anno 2014
La ricerca è stata condotta da PlasticsEurope ed Epro (European Association of Plastics Recycling and Recovery Organisations).
I dati sono relativi all’Europa dei 28 più Norvegia e Svizzera.
Il settore impiega direttamente più di 1,4 milioni di persone.
I numeri del settore.
Nei 28 paesi membri dell’Unione europea, la filiera delle materie plastiche impiega 1,45 milioni di persone in 62.000 aziende, per la maggior parte di piccola e media dimensione, che l’anno corso hanno generato un fatturato di 330 miliardi di euro, con un impatto sulla bilancia commerciale comunitaria positivo per 18 miliardi di euro e un contributo alle finanze pubbliche, nei diversi paesi, pari a circa 27 miliardi di euro.
La bilancia beneficia di un surplus di 12,1 miliardi di euro nella produzione di plastiche, a cui si aggiungono i 5,43 miliardi della trasformazione.
Le materie plastiche riciclate sono state circa 7,7 milioni di tonnellate.
La produzione è stabile in Europa e cresce globalmente
La produzione mondiale di plastiche si attesta intorno a 311 milioni di tonnellate, in crescita rispetto ai 299 milioni del 2013. Quella europea (28 UE + Norvegia e Svizzera) è calcolata in 59 milioni di tonnellate, leggermente superiore all’anno precedente (58 milioni), ma ancora inferiore al picco di 65 milioni di tonnellate registrato nel 2007, prima della grande crisi finanziaria e poi industriale che ha sconvolto le economie del vecchio continente.
A livello mondiale, l’Europa mantiene il secondo posto, con un quinto della produzione globale di materie plastiche (20%). Il podio spetta alla Cina, che nel 2014 ha raggiunto una quota del 26%, contro il 21% del 2006. Buoni anche i numeri del resto dell’Asia (16%). In contrazione l’area Nafta, passata in otto anni dal 23 al 19%. L’America Latina conta per il 5% (stessa percentuale del 2006).
Importante il ruolo dell’export. Per la produzione, i Paesi extra europei più importanti sono Turchia (13,7%), Cina (12,4%), Usa (11%), Russia (7,8%) e Svizzera (6,2%).
Due terzi della domanda europea è concentrata in 5 Paesi
La domanda europea di materie plastiche è stata stimata da PlasticsEurope in 47,8 milioni di tonnellate, la cifra comprende le materie plastiche (termoplastica e poliuretani) e altri materiali come adesivi, coating e sigillanti. Sono esclusi Pet, Pa, PP e fibre poliacriliche.
Di questi quasi 48 milioni di tonnellate, i due terzi sono concentrati in soli cinque paesi: la Germania al primo posto, con circa un quarto dei consumi totali. Al secondo posto c’è l’Italia (14,3%), poi Francia (9,6%), Regno Unito (7,7%) e Spagna (7,4%).
La classifica prosegue con Polonia, Belgio e Lussemburgo, Olanda, Repubblica Ceca, Austria, Svezia e Portogallo.
Packaging, edilizia e automotive: i 3 mercati principali
Il packaging è di gran lunga il principale mercato per quanto riguarda il bisogno di materie plastiche con il 39,5% del totale, seguito da edilizia e costruzioni (20,1%). L’automotive conta per l’8,6%, il settore elettrico/elettronico per il 5,7% e l’agricoltura per il 3,4%. La percentuale rimanente del 22,7% si riferisce ad altri settori come applicazioni consumer, arredamento, sport, sanità e sicurezza.
Materiali diversi per varie esigenze
A ogni tipologia di materiale corrisponde un settore applicativo. Le poliolefine sono le plastiche più trasformate. I polietileni a bassa densità, Pe-Ld e Pe-Lld registrano un 17,2% e sono usati soprattutto per film per packaging alimentare e sacchetti riutilizzabili. I polietileni ad alta densità, Pe-Hd e Pe-Md, contano per il 12,1%. Trovano applicazione nei giocattoli, nella realizzazione di tubi, bottiglie del latte, ecc. Il polipropilene PP registra il 19,2% ed è indicato come elemento nel food packaging, nei tappi, nell’automotive. Segue il PVC con il 10,3%, trasformato per i serramenti, tubi e applicazioni nell’edilizia.
Con percentuali più basse ci sono poi i poliuretani (7,5%) utilizzati ad esempio per i pannelli di isolamento; il PET (7%) con cui si realizzano le bottiglie; i polistireni (7%) da cui nascono packaging e oggetti di plastica. Fluoropolimeri, ABS, policarbonato, PMMA e altri tecnopolimeri compongono il restante 19,7%.
Il riciclo
L’Europa deve gestire circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica ogni anno. Delle 25,8 milioni di tonnellate di plastiche trasformatesi in rifiuto l’anno scorso, il 29,7% è stato raccolto e riciclato (per un totale 7,7 milioni di tonnellate), il 39,5% è stato trasformato in energia (10,2 milioni di tonnellate), mentre il 30,8%, pari a 8 milioni di tonnellate, è stato buttato.
Bisogna notare però che dal 2006 al 2014 il ricorso alla discarica è crollato del 38%, da 12,9 a 10,2 milioni di tonnellate, mentre il riciclo meccanico è salito del 64%, da 4,7 a 7,7 milioni di tonnellate, e quello energetico del 46%, da 7 a 10,2 milioni di tonnellate.
Europa e riciclo
Ci sono paesi europei che vedono la discarica come la prima delle opzioni, con il 40% dei rifiuti plastici non recuperati. In particolare stiamo parlando della Spagna e di quasi tutti i paesi dell’Est Europa che gettano più del 50% dei rifiuti plastici.
Le nazioni più virtuose, che portano in discarica meno del 10% dei rifiuti plastici, sono Svizzera, Germania, Austria, Belgio, Olanda,Danimarca, Svezia e Norvegia.
Ci sono poi i Paesi che stanno nel mezzo e non riescono a recuperare rea il 10 e il 50%.
In generale, circa 8 milioni di rifiuti in plastica sono finiti in discarica nel 2014 in tutta Europa.
Il riciclo della plastica è una risorsa chiave per far muovere l’economia circolare, quella che non può essere riciclata può trasformarsi in recupero di energia. La plastica riciclata è utilizzata in vari settori: per realizzare mobili e complementi di arredo, nell’abbigliamento e nelle scarpe, nel packaging, nell’edilizia, nell’automotive. Possiamo dire che la plastica ha tante vite.