Home CHIMICA Terranova Instruments si fa in tre per soddisfare nuove esigenze di mercato. Intervista a Sergio Luciano Valletti, General Manager

Terranova Instruments si fa in tre per soddisfare nuove esigenze di mercato. Intervista a Sergio Luciano Valletti, General Manager

di Cecilia
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Tre storici brand operanti in differenti settori, Oil&Gas, cartario e navale, valvole di controllo, uniscono nel gruppo Terranova le loro sinergie e competenze per il massimo dell’efficienze e sicurezza di prodotto. Il Dottor Sergio Luciano Valletti, General Manager di Terranova, racconta a ChimicaAmbiente in una intervista esclusiva, raccolta all’OMC (Offshore Mediterranean Conference), ragioni e obiettivi della recente fusione dei brand

di Francesca Morelli

Dott. Valletti, Terranova si presenta all’OMC 2017 con una grossa novità: una fusione aziendale. Come mai questa scelta e con quali gruppi è stata strutturata la ‘partnership’?

La decisione di unire, ancor più che fondere, sotto un’unica azienda più brand di settore è maturata negli ultimi due anni. Terranova si è orientata verso tre brand storici con i quali strutturare efficaci sinergie a vantaggio di una migliore operatività, maggiore qualità di servizi, una offerta più ampia di prodotti per soddisfare le esigenze di varie tipologie di clientela. In funzione di questo obiettivo abbiamo stretto una ‘alleanza operativa’ con Spriano Technologies, azienda nata nel 1923 i cui primi prodotti – che hanno fatto la storia della strumentazione in Italia – sono ancora conservati e visibili al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, che abbiamo rilanciato nel 2012, dopo un periodo di difficoltà per l’azienda, riuscendo oggi a (ri)consolidare il marchio Spriano nel settore Oil&Gas; Valcom, fondata a Milano nel 1974, la cui expertise si è oggi affermata in diversi settori ovvero la carta, il primo ambito che ha fatto conoscere l’azienda nel mondo, l’industria generale, l’industria alimentare, il settore chimico e farmaceutico, nonché l’industria navale per la quale Valcom è oggi una fra le realtà di settore più note e apprezzate in Europa, e infine Mec-Rela, azienda nata nel 1976, specializzatasi nella produzione di valvole di controllo. Oggi le tre aziende sono brand ben quotati a livello di mercato, ciascuno con una propria identità e linee di prodotto, tuttavia con potenzialità e piattaforme che potevano essere condivise e potenziate, inerenti ad esempio a specifici settori o parti della società quali l’amministrazione, il marketing, la spedizione e ricevimento controllo. Così dopo avere allineato i tre brand a una dimensione e a quotazioni di mercato che più si addiceva loro, a Terranova è apparso ‘strategico’ e logico pensare di fondere più società efficienti ed efficaci nel proprio settore di competenza in un’unica struttura che sfruttasse pienamente le caratteristiche e il valore di ciascun marchio. Seppure non sia stato facile mantenere tre brand registrati, siti web separati e quanto ne consegue, oggi possiamo vantare una piattaforma interessante che  attraverso il sito madre di Terranova, che funge da portale di tutto il gruppo, consente di navigare e spaziare nelle varie realtà di settore.

 

Quale contributo ciascun marchio potrà portare al ‘gruppo’ e quali sono le aspettative di questa innovativa fusione?

Lo sfruttamento delle potenzialità di ciascun brand, fuse in nuove sinergie e strategie,  permettono di presentarci al mercato con una entratura più strutturata nei confronti soprattutto degli  end-users che richiedono garanzie sulla capacità produttiva dell’azienda in tutti i suoi aspetti, comprese l’expertise del personale, l’importanza dei dipartimenti, ovvero la dimensione della specializzazione dei dipartimenti stessi che devono fare da leva ai numeri e ai fatturati che ci prospettiamo di raggiungere nei prossimi due anni. Pur consapevoli delle difficoltà correlate al passaggio da azienda di piccole dimensioni a azienda di medie dimensioni, siamo convinti che i vantaggi di un ‘merging’ così ben strutturato e consolidato, generino sinergia e operatività superiori ai potenziali svantaggi, primo fra tutti il maggiore appealing per i nostri customers sia che si tratti di engineering, di system-integrator o di end-user.

 

In funzione dei complessi settori e materiali con cui il ‘gruppo’ opera, sono state ipotizzate misure di eco-sostenibilità? Quali sono e come pensate di attuarle, anche in funzione della tutela ambientale?

L’unione dei differenti marchi in un’unica società ha facilitato anche il nostro intendimento di uniformare tutte le aziende secondo le certificazioni per cui oggi noi siamo registrati. Negli ultimi  mesi abbiamo ottenuto il riconoscimento ISO9001 2015; abbiamo aggiornato ATEX e PED alle direttive  2014, mentre le certificazioni SIL per la sicurezza di tutti gli strumenti con cui operiamo sono state portate a livelli 2 e 3. La reliability, cioè l’affidabilità e i miglioramenti che competono con la sicurezza, sono stati un obiettivo prioritario del gruppo, che ha consentito di prevedere un installato minore al precedente, ma con un fattore di sicurezza maggiore. Anche in funzione dell’impatto ambientale, per merito di strumenti più sicuri e affidabili, che permettono di eliminare ridondanze inutili nel breve termine. Inoltre abbiamo in previsione di certificarci ISO 14001 nell’arco dell’anno, riuscendo grazie alla fusione anche a dimezzare i costi di accreditamento. L’obiettivo e la filosofia del gruppo è puntare, da un lato,  ad avere standard produttivi e di organizzazione molto elevati, garantendo anche all’estero l’immagine di una società moderna capace di competere con le multinazionali, nostre dirette concorrenti, e dall’altro a potenziare le nostre tecnologie. Penso ad esempio a sistemi multifase, a sistemi con data logger e registrazioni di strumenti senza cavo per la rilevazione livello in bacini ambientali e dighe, in merito ai quali sono stati avviati studi di prodotto per realizzare nuove tecnologie o migliorare quelle esistenti. Obiettivo è infatti arrivare a rendere le installazioni più facili, più sicure e con un impatto ambientale (e non solo) il più ridotto possibile. Si tratta solo di alcuni traguardi e potenzialità che l’operazione di fusione può incentivare.

 

Con quale novità di prodotto si è presentata Terranova all’OMC?

Il portafoglio di prodotti riguardanti la strumentazione di processo con cui ci siamo proposti all’OMC e ci proponiamo è molto ampio, e comprendono in particolar modo device per la misurazione di pressioni, livelli e temperature di vario tipo e con varie tecnologie fra cui manometria, termometria, livelli visivi. Il nostro attuale fiore all’occhiello è il misuratore di portata multifase, una speciality che Valcom® ha sviluppato negli ultimi 4 anni in collaborazione con uno spin-off dell’Università degli Studi di Roma, per la misura di fanghi e liquidi multifase. Si tratta di una speciality sul drilling che esula in parte dalle expertise storiche di Valcom®, ma della quale abbiamo molta fiducia essendo stata sviluppata e realizzata con la competenza di persone che lavorano nell’ambito della geotermia e della ricerca, a livello universitario, da oltre 20 anni. Si tratta di uno strumento innovativo che può e deve sostituire tutti quegli apparecchi che oggi utilizzano principi tecnologici radioattivi, quale garanzia di tutela per la salute del pianeta e dell’uomo, con evidenze di efficacia in diversi ambiti di applicazione, e garanzie di affidabilità sensibilmente superiori alle tecnologie oggi esistenti che sono ad esempio gli strumenti basati sull’effetto elettromagnetico o sulla forza di Coriolis .

 

Come funziona lo strumento e in quali ambiti è stato testato?

Si tratta di un misuratore di portata di un fluido multifase contenente solidi in sospensione e gas quali, ad esempio, il fango di trivellazione sia in ingresso che in uscita dal pozzo. E’ costituito da un tubo Venturi dalla costruzione particolare munito di sonde multiparametriche e di S/W validato da prove in laboratorio e in campo. E’ realizzato, ad oggi, per pressioni fino a 10.000 psi.

 

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