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Union Officine Meccaniche, L’intervista a Mattia Valtorta

di Cecilia
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L’intervista al manager Mattia Valtorta, guardando alle prospettive di quest’anno così particolare e ai settori e mercati di riferimento.

Mattia Valtorta Union ExtrusionNonostante le difficoltà e le incertezze che il mercato sta vivendo quest’anno a causa del Covid, non mancano i segnali di ottimismo e positività, come quelli che arrivano da Union Officine Meccaniche, azienda di a S. Vittore Olona (MI) fondata nel 1950 e operativa nel settore dell’estrusione di materiali rigidi ed espansi, specializzata nella realizzazione di impianti completi ad alta tecnologia e componenti atti ad implementare impianti esistenti.

Qual è la vostra percezione del mercato e quali sono le prospettive per il futuro?

Ad oggi i nostri numeri sono in linea con quelli del 2018, anche se le prospettive per il futuro, soprattutto in alcuni mercati importanti particolarmente colpiti dalla pandemia Covid, non sono chiare. Navighiamo a vista, non ci sbilanciamo a fare previsioni. Pensiamo a goderci il momento, i risultati 2020 sono comunque positivi e speriamo in una chiusura soddisfacente, anche se non da record

Quali sono i vostri settori applicativi di riferimento?

Il packaging, sia alimentare sia industriale, è il nostro business. La nostra azienda è struttura in due divisioni, che seguono due diverse tecnologie: la tecnologia del rigido, che per anni è stata il nostro core business e nella quale abbiamo un’offerta unica in Italia. E la tecnologia dell’espanso: questo segmento fino a quattro anni fa di media contava meno del 30% per il nostro fatturato, oggi siamo al 50% e più. Per cui, anche i nostri settori applicativi di riferimento sono cambiati. Nel settore degli espansi, citiamo quello delle linee per la produzione di pannelli per l’isolamento termo-acustico delle abitazioni, che ci vede impegnati con risultati soddisfacenti.

In quali mercati esteri siete presenti?

Storicamente in Cina, dove abbiamo un ufficio da 25 anni e per noi è un mercato importante; poi siamo presenti in centro America, in Messico, e adesso, anche se per scelta per molti anni abbiamo privilegiato il merca- to oltre oceano, stiamo puntando all’Europa, soprattutto del Nord, in competizione con la Germania.

L’effetto del Covid è stato differente nei diversi continenti in cui operate?

Ormai tutti i mercati si sono standardizzati in questa posizione di “attesa”, si sente il peso della globalizzazione in negativo. Siamo talmente interconnessi che questo è l’effetto. Nel nostro caso, abbiamo la fortuna di essere gli unici in Italia con un determinato tipo di offerta e contiamo 14 segmenti di business diversi, riuscendo quindi a diversificare. Con la tecnologia dell’espanso oltre al riciclaggio realizziamo i tubi, i pannelli, i profili decorativi, la foglia… e nel rigido abbiamo sia la foglia per l’imballaggio sia le lastre e siamo leader per le linee frigorifero.

Operiamo nel campo del freddo, e questo ampio portafoglio di prodotti ci ha aiutato. In questo periodo registriamo un incremento delle richieste di linee lastra di policarbonato o l’adattamento di linee PET precedentemente destinate alla produzione di foglia da termoformatura per l’imballaggio alimentare in linee capaci di produrre lastre di PET per la produzione di visiere per il Covid, prodotto oggi a maggiore redditività.

Quest’anno ci sono mancate le fiere, l’anno prossimo si preannuncia affollatissimo di appuntamenti: a quali parteciperete?

Sono cinque le fiere che a nostro avviso sono effettivamente importanti, non si possono “non fare”: il Plast, il K, Chinaplas, Interplastica di Mosca (in cui registriamo il maggior numero di richieste) e Plastimagen in Messico, nostro mercato di riferimento e dalla risposta molto immediata.

Abbiamo partecipato in passato anche a Plastindia e abbiamo avuto un grosso successo in termine di visibilità e visitatori, ma riteniamo che il loro mercato non sia ancora pronto per la tecnologia italiana.

www.unionextrusion.it

 

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