Trattamento fanghi e allontanamento delle acque sono “attività di pubblico interesse”: così si esprime Utilitalia che invita all’immediata approvazione del ‘nuovo’ ddl in materia
È stato licenziato, dalla Commissione Territorio del Senato, il DDL riguardante la “Delega al Governo per la modifica della normativa in materia di utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura”, di cui primo firmatario il Senatore Luis Alberto Orellana e Relatore il Senatore Stefano Vaccari.
Plauso da parte delle Istituzione e degli addetti ai lavori tra cui Utilitalia che auspica che il suddetto decreto venga rapidamente approvato dal parlamento. “Riteniamo”, hanno dichiarato i rappresentanti, “che questa azione rappresenterebbe un passo avanti verso un aggiornamento normativo divenuto ormai improcrastinabile, non solo perché la norma di riferimento, il D.lgs. 99/92, è datata oltre 20 anni, ma anche in relazione ai diversi pronunciamenti giurisprudenziali intervenuti in materia”.
Si resta pertanto in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale al fine di avere quanto prima un quadro normativo di riferimento, utile e necessario alle imprese Associate per poter operare al meglio. Utilitalia fa presente che i fanghi di depurazione rappresentano l’inevitabile prodotto del processo depurativo delle acque reflue urbane, dove una adeguata produzione di fanghi è indice del buon funzionamento di un impianto. “Poiché l’allontanamento delle acque reflue ed il loro trattamento rappresentano un’attività di pubblico interesse”, ha aggiunto Utilitalia, “tale deve essere considerata, parimenti, anche la gestione ed il recupero/smaltimento dei fanghi contestualmente prodotti”. I quali secondo il Rapporto Rifiuti Speciali 2017, pubblicato da ISPRA, ammonta a circa 3 milioni di tonnellate.
Collateralmente Utilitalia, nel 2016, ha eseguito un ‘censimento’ presso le proprie Associate, relativa alla produzione di fanghi (riferita all’anno 2015), alla loro destinazione finale e caratterizzazione qualitativa. Lo studio he evidenziato una produzione di fanghi pari a 395.132 t di sostanza secca, corrispondenti ad una popolazione complessivamente trattata di 35 milioni abitanti residenti. Considerando una popolazione totale trattata di 75,2 milioni di abitanti equivalenti (dato Istat), l’analisi ha riguardato il 46,5% della potenzialità complessiva di tutti gli impianti di depurazione in Italia, stimando quindi una produzione di fanghi complessiva di 850.000 t (di sostanza secca).